Anno 2002 - Numero 2 (marzo)


  1. LE MISERICORDIE DEL SIGNORE NON SONO FINITE (Lam. 3,22a)
  2. VENTENNALE DELLA COMUNITÀ - 15 dicembre 2001
  3. XVIII CONVEGNO COMUNITARIO - Frascati, 4-6- gennaio 2002

LE MISERICORDIE DEL SIGNORE NON SONO FINITE (Lam. 3,22a)
(speciale ventennale)

Alla luce del ventennale della comunità celebrato lo scorso 15 dicembre 2001, vogliamo commentare la Parola di Dio tratta dal libro del profeta Geremia, lasciandoci aiutare da una relazione tenuta da Sebastiano Fascetta, coordinatore del RnS della Regione Sicilia, nonché membro del CN. Possiamo attualizzare alcune sue affermazioni applicandole alla nostra realtà comunitaria.
Così dice il Signore: "Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri del passato, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre" (Ger. 6,16).
Le parole del profeta Geremia, ci aiutano a comprendere quale dev'essere l'atteggiamento spirituale adatto, per poter rileggere profeticamente il cammino svolto sino adesso: guardare al passato per capire il presente ed essere bene disposti ad accogliere ciò che di nuovo il Signore prepara.
Iniziare il nuovo millennio senza considerare cosa abbiamo fatto, nei venti anni ormai passati, quali itinerari, nel discernimento, abbiamo individuato e cercato di realizzare, significherebbe paralizzare il cammino, non tenere in debita considerazione il livello di crescita maturato sino a questo momento, con il rischio di proporre un nuovo cammino non corrispondente al reale bisogno della comunità, con un consequenziale spreco di energie.
E' stato questo il significato della celebrazione del ventennale. Abbiamo sentito il bisogno di fermarci per poter "guardare" e "informarci circa i sentieri del passato" così da discernere la strada da prendere per trovare e sperimentare la pace e la salvezza.
Questo è il tempo in cui responsabilmente prendiamo coscienza del cammino che abbiamo fatto nei venti anni trascorsi, per ritrovare nuovo vigore e ripartire da ciò che riteniamo essenziale per la crescita della nostra comunità.
Il presente è il tempo in cui intravediamo ciò che di nuovo il Signore prepara per la comunità. Far memoria del passato non alimenta la nostalgia per un tempo che fu, ma risveglia il senso di responsabilità, di fedeltà alla vocazione ricevuta, per crescere ancor di più nella conoscenza di Dio e della missione che Egli ci ha affidato.
La lode che tanto ci caratterizza, non è altro che il riconoscimento e la risposta gioiosa alle opere meravigliose che il Signore compie: "grandi cose ha fatto in me l'onnipotente e Santo è il suo nome".
Siamo ancora agli inizi, abbiamo ancora tante cose da comprendere e sperimentare, per una maggiore corrispondenza alla volontà di Dio. Siamo in permanente stato di apprendistato.

VENTENNALE DELLA COMUNITÀ - 15 dicembre 2001

Venti anni di cammino comunitario sono tanti, troppi per pensare di aver fatto tutto da soli, e dunque preziosa occasione per rendere gloria a Dio per la sua fedeltà.
E' quanto abbiamo fatto sabato 15 dicembre2001, in un pomeriggio segnato da una forte preghiera comunitaria, animata insieme a diversi membri del Comitato Regionale del Lazio e dai coordinatori di altri gruppi e comunità, da testimonianze, dalla proiezione di una videocassetta, dalla Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Cesare Nosiglia a cui è seguita un'agape fraterna.
I preparativi sono iniziati la mattina con la sistemazione del salone parrocchiale: sedie, altare, ambone, amplificazione, striscioni, e una magnifica nuova icona di Gesù Misericordioso, fatto da generosi e capaci fratelli. Già da quei momenti era forte il desiderio di incontrare il Signore in maniera speciale, e l'attesa del pomeriggio si leggeva nei visi raggianti.
Alle 15,30 circa sono cominciati ad arrivare i fratelli e le sorelle degli altri gruppi e comunità del Lazio, e con loro i membri del Comitato Regionale. In un clima di calda accoglienza è iniziata la preghiera comunitaria, mentre le sedie ancora vuote si andavano via via riempiendo. La lode e la gratitudine sono salite forti al trono di Dio, che ha risposto con la sua Parola e col suo Spirito Santo che si è effuso potentemente portando con sé una gioia immensa.


Ventennale - Presentazione della giornata

A conclusione di questo primo momento ci sono state le testimonianze. Tonino e Amelia, Massimo ed Emanuela, Nino e Simone hanno raccontato come il Signore si è manifestato nella loro vita attraverso la Comunità e come le situazioni più impossibili si sono risolte lasciando la pace al posto della disperazione e della tristezza. A loro si sono aggiunti fratelli di diversi gruppi che hanno spiegato come anche loro avessero incontrato il Signore per mezzo della nostra Comunità.
La proiezione di una videocassetta sui 20 anni di vita comunitaria ha fatto seguito alla preghiera. Ezio, a cui va il nostro ringraziamento, ha messo insieme le immagini salienti del decennale e alcuni dei momenti che il Signore ci ha dato per evangelizzare, servire, adorare, pregare in questi ultimi dieci anni. Talvolta si trattava di semplici scorci delle attività "quotidiane" della comunità, ma tutti ricchi della presenza trasformante di Cristo Gesù. La gratitudine a Dio per tanta bontà, tanta generosità suscitata nei cuori di coloro che appartengono a questa realtà, è stata palpabile. Vedere e ricordarsi le grandi cose che il Signore ci ha permesso di compiere nel suo nome, ha fortificato in maniera nuova la nostra fede e la fede di coloro che hanno visto tanta grazia effusa sulla nostra piccola porzione di chiesa.
Quasi a corona di questo pomeriggio, Mons. Cesare Nosiglia, vescovo del nostro settore, è riuscito a ritagliare uno spazio tra i suoi molteplici impegni per celebrare l'eucarestia con noi in occasione di questo anniversario. Ha avuto parole di ammonizione e di incoraggiamento, che sono state segno del suo affetto per noi e ci hanno spronato a riflettere sempre più l'immagine di Gesù ai nostri fratelli.
Alla Celebrazione Eucaristica hanno anche partecipato fratelli molti cari, che ci sono stati di particolare sostegno ed aiuto in diversi momenti della nostra storia. La testimonianza di Francesco, fratello della nostra comunità, molto significativa, si è aggiunta a quelle del pomeriggio.
L'agape fraterna, che per la speciale occasione era stata arricchita da rustici caldi ed altre cose particolari, ha dato ristoro anche ai nostri corpi ed è servita per finire in serena fraternità una giornata piena della presenza del Signore.
Così, con la gratitudine a Dio nel cuore, alziamo il nostro sguardo per incontrare quello di Gesù, il nostro Signore crocifisso e risorto, che, come faceva la nube nel deserto a Mosé ed agli Israeliti, ci indica la via da percorrere per essere sempre più simili a Lui e portare la sua salvezza agli estremi confini della terra.

Testimonianza di Nino

Mi chiamo Nino, frequento la Comunità insieme a mia moglie Franca dal 1988. Tuttavia conobbi il Rinnovamento in Sicilia a Trapani l'anno precedente. Pur avendo sempre frequentato dall'infanzia la Chiesa, ad un certo punto della mia vita è successo qualcosa di molto grave in seno alla mia famiglia, tanto grave da sentirmi tradito dallo stesso Gesù. Ebbi un forte sconvolgimento interiore che mi portò a non frequentare più la Chiesa. Questo stato di tenebra durò circa 8 anni, fino a quando la luce del Signore penetrò nella mia famiglia ridonando un'atmosfera di serenità. A questo punto una voce interiore mi diceva di tornare a Gesù, ma nonostante questo io non mi sentivo di tornare in Chiesa perché mi giudicavo indegno. Un giorno un fratello del Rinnovamento mi invitò ad un incontro di preghiera che si teneva nella parrocchia S. Giovanni di Trapani. Appena entrato, mi ritrovai immerso in un momento di forte lode, mentre tutti cantavano e battevano le mani. Da lì a poco le mie braccia si alzarono senza che io me ne accorgessi ed anch'io, come gli altri, mi ritrovai a battere le mani e a lodare il Signore.
Il giorno seguente, domenica, dopo circa 8 anni, ritornai volontariamente in Chiesa e partecipai alla S. Messa per incontrare quel Signore che la sera prima avevo lodato. Al momento delle elevazione del Santissimo Sacramento i miei occhi si fissarono su quell'ostia, le mie guance si rigarono di lacrime mentre una voce interiore ben chiara mi diceva: "Chi sei tu per giudicare te stesso indegno? Vieni a me, inginocchiati. Sarò io a giudicarti!"


Ventennale - Momento di testimonianza

Mi inginocchiai e continuai a piangere, ma si trattava di un pianto di gioia. Il sabato successivo partecipai alla S. Messa del gruppo del Rinnovamento e al momento della comunione, mentre tutti andavano a ricevere l'Eucaristia, io non resistetti più ed andai a ricevere Gesù con la promessa di confessarmi il giorno dopo.
Da quel giorno la mia vita è cambiata. Oggi mi ritrovo qui in mezzo a voi, in questa comunità dove ho proseguito il cammino ricevendo la preghiera di Effusione dello Spirito la notte del 31 dicembre 1988. E quella preghiera suscitò in me una grande sete della Parola di Dio e del suo insegnamento che crebbe di giorno in giorno fino a condurmi a frequentare un corso di Teologia per Laici.
A giugno, per volontà di Dio, mediante la scelta operata dai fratelli di questa comunità, mi ritrovo a svolgere il ministero in seno al gruppo pastorale di servizio.
Come è stato recentemente dichiarato a Fiuggi Animatori dal coordinatore nazionale del Rinnovamento, colui che è stato scelto a servire il Signore nel "pastorale" è un candidato alla morte. Queste parole mi sono rimaste impresse e voglio condividerle con voi. Chiedo l'aiuto di Dio e la vostra preghiera affinché questa morte dell'uomo vecchio sia sempre più manifesta nella mia vita ed io possa sempre meglio imparare a conoscere, amare e servire Dio in questa comunità.
A Lui la gloria!
Amen! Alleluja!

Testimonianza di Simone

Mi chiamo Simone.
Ho conosciuto questa Comunità più di dieci anni fa, quando partecipai, nell'aprile '90, alla convocazione dei gruppi e delle comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo che si teneva a Rimini. Insieme a me c'era Chiara, mia sorella, che, come me, non aveva mai preso parte ad una preghiera carismatica. Persuasi dall'entusiasmo di mia mamma, che l'anno precedente aveva fatto la stessa esperienza, ci siamo trovati, insieme a quelli che sarebbero poi diventati i nostri fratelli di Comunità, a vivere questa esperienza.Il Signore Gesù non si è fatto attendere, e ci ha fatto sperimentare il suo amore e la sua tenerezza come mai accaduto prima.
La scintilla era scoccata, e il desiderio di conoscere di più questo Dio che ci amava in maniera così folle e totale era in noi irresistibile.
Abbiamo subito iniziato a frequentare gli incontri di preghiera del sabato e, poco dopo, anche gli incontri di adorazione eucaristica del giovedì.
Tutti coloro che già facevano parte della Comunità, membri del Pastorale di servizio e non, ci sono stati vicini come dei veri fratelli, mostrandoci con i fatti che è possibile amarsi gli uni gli altri senza ricevere nulla in cambio, avendo solo la gioia di aver amato Gesù nel prossimo.
Attirati da Dio e confortati da una tale testimonianza di affetto dei fratelli, abbiamo frequentato il seminario di preparazione alla preghiera di effusione, che segna l'ingresso "ufficiale" nel RnS, e quindi abbiamo ricevuto la preghiera stessa. Il Signore, nella sua bontà, ci ha fatto scoprire tanti carismi che ci aveva dati da sempre e ci ha messo in condizione di poterli mettere al servizio del Rinnovamento, della Chiesa e di ogni persona.
Ricordo le parole di Carmela, che fa parte del nucleo iniziale della Comunità, la quale, mossa dallo Spirito Santo, diceva che questa Comunità sarebbe stata un trampolino di lancio per tante persone.
Mai cosa fu più vera per mia sorella Chiara. Poco dopo l'esperienza dell'effusione, andò a vivere in una casa famiglia dell'Associazione Papa Giovanni XXIII, mettendosi al servizio dei bambini con problemi familiari. Poco dopo iniziò un cammino vocazionale che l'ha portata, da ormai più di un anno, a consacrarsi al Signore con i voti di povertà, obbedienza e verginità. Ora è in India, in missione, a portare l'amore di Dio ai poveri che Egli le mette sul cammino e sempre ci ricorda nelle preghiere, non potendo venire ai nostri incontri come faceva qualche volta prima quando era in Italia.
Io sono invece stato chiamato a condividere le ricchezze spirituali che il Signore mi ha dato all'interno di questa Comunità. Sono stato eletto nel Pastorale 7 anni fa ed i fratelli mi hanno sempre riconfermato questo mandato nel corso di questi anni.
E' per me motivo di grandissima gioia poter essere al servizio di ogni persona della Comunità, anche se ho comunque tutti i miei difetti e le mie debolezze, che domando al Signore di cambiare.
Con la certezza che Dio ha ancora tante meraviglie da mostrarmi, lo lodo e lo ringrazio per questi anni in cui la Sua luce ha brillato molto più forte delle tenebre che erano attorno a me, e lo benedico per Chiara e per questa Comunità.
A Lui la lode a le gloria nei secoli. Amen. Alleluia.

Testimonianza di Tonino ed Amelia

Tonino

Mi chiamo Tonino, sono sposato con Amelia e sono padre di tre figli, Michele di anni 28, Elisa 22 e Francesco 12. La mia testimonianza inizia da quando ero ancora un ragazzo. All'età di 15 anni convinto di avere il mondo tra le mani, decisi di lasciare casa, padre e madre e iniziò per me una avventura. Arrivai ai confini della Francia per poi finire al porto di Genova senza soldi, vestiti sporchi e nulla da mangiare; e per letto una barca di pescatori. In quei giorni per andare avanti ho dovuto fare di tutto. Quante volte tra me dicevo: "Se restavo a casa non finivo così, a casa non mi mancava nulla" e mi venne da pensare al figliol prodigo, così decisi di ritornare a casa. Non dimenticherò mai quella sera quando arrivai mia madre era affacciata in finestra come tutte quelle sere quando rientravo tardi, appena entrai ci abbracciammo in un profondo silenzio, erano le lacrime che dicevano tutto, non solo tornai a casa ma mio padre mi trovò un lavoro. Io ancora non conoscevo Dio, ma ora mi rendo conto che Lui stava già operando in me.
Passarono alcuni anni, mi fidanzai ufficialmente con una brava ragazza che oggi è mia moglie e ci sposammo quando io avevo 23 anni e lei 20.
Cominciarono i primi problemi. Ero ancora molto legato ai miei vecchi amici, uscivo spesso con loro trascurando mia moglie. Con la nascita di Michele pensavo che qualcosa cambiasse, ma non fu così, anzi le cose peggioravano sempre di più. Per dirvene una, se stavamo cenando e la pasta era un po' sciapa facevo storie e andavo fuori sbattendo la porta e rientravo alle 2 o alle 3 di notte. Tutto questo avveniva perché contava solo Tonino e quindi l'egoismo che avevo in me. Nel 1980 arrivò un altro figlio Elisa e andava avanti nello stesso modo. Così un giorno nel 1982 parlando con mia madre mi disse che se nella mia famiglia non c'era pace e amore dovevo accettare Gesù e per fare questo dovevo aprire il mio cuore e lasciare che Lui diventasse il mio unico personale Salvatore. Cominciai a pensare a Gesù e dopo alcuni giorni un ragazzo venne a casa mia per invitare Michele a far parte del gruppo dei ministranti, gli dissi che significato avesse quella parola ed egli mi disse: "Servire Gesù", gli dissi subito di sì. Ancora una volta Gesù si presentava nella mia mente. Cominciai ad andare a Messa, era solo per vedere mio figlio sull'altare ma in realtà il Signore si stava servendo proprio di mio figlio, un bambino, perché io cominciassi un cammino di conversione, anche se ancora non sentivo la sua presenza. Ma dopo qualche giorno venni a conoscenza di un gruppo di 13 ragazzi che si riuniva in chiesa per pregare e cantare al Signore, era il Rinnovamento nello Spirito. Iniziai a partecipare e a fare un cammino di conversione aiutato da fratelli e sorelle di questa comunità e dopo poco tempo parlando in casa della bella esperienza di fede che stavo facendo venne anche mia moglie.

Amelia

Il primo impatto per me fu tragico perché non capivo il loro modo di pregare e quindi li consideravo tutti pazzi però ero spinta forse incuriosita a continuare e poi quei canti mi davano tanta pace.
La gioia si fece sentire presto nei nostri cuori fino ad invitare i miei genitori e tutti insieme iniziammo un seminario di vita nuova nello Spirito. Il 5 febbraio del 1984 ricevemmo la preghiera di effusione e il Signore diede a mio padre il dono più grande di amare il prossimo. Da quel momento era sempre pronto ad ascoltare i problemi dei giovani e a pregare per loro. Fu scelto poi come membro del pastorale, era da tutti considerato il papà buono, la nostra casa era piena di pace e di gioia oltre che di gente. Nel 1989 papà morì lasciando un grande vuoto però il suo insegnamento ci ha sempre aiutato nei momenti più bui. Dopo qualche anno però morì anche mia madre. Orfana di padre e di madre sono stata presa tra le braccia del Padre e a distanza di tempo riesco a lodarlo e ringraziarlo perché ci ha permesso di conoscere attraverso la comunità del Rinnovamento il Suo grande amore per noi.
Lo ringrazio soprattutto perché mi ha insegnato a perdonare e ora come coppia chiediamo a voi le vostre preghiere per noi e al Signore di aiutarci ad essere sempre suoi testimoni prima nella nostra famiglia poi con le persone che Lui vorrà farci incontrare sul cammino della nostra vita!
Alleluja e Lode e Gloria a Te Signore Gesù!


Ventennale - Animazione della preghiera

Testimonianza di Massimo

Mi chiamo Massimo ed ho 40 anni, in questo momento vi posso assicurare che è molto difficile testimoniare ciò che il Signore ha fatto nella mia vita, ma Lui è così grande nella sua infinita misericordia che ha fatto sì che anche per me ci fosse un piano di salvezza. Avevo l'età di quindici anni e come gran parte dei ragazzi iniziai a fare le esperienze che la vita ti pone davanti, così mi ritrovai senza nemmeno immaginare cosa potesse comportare a percorrere una strada fatta di droga con tutto quello che comporta. Arrivai così all'età del militare e partii per Ancona, durante il viaggio commisi un reato e mi ritrovai in carcere, ma non in una struttura normale bensì in una sezione di neuro-psichiatria per essere poi trasferito al reparto psichiatrico del Celio.
Terminato il servizio di leva continuai a vivere da tossicodipendente e questa fu la mia vita per molti anni, non mi accorgevo che nel frattempo però stavo perdendo mio padre, colpito da tumore. Gli volevo molto bene ma non riuscivo a stargli vicino nei momenti in cui ne avrebbe avuto maggiormente bisogno, anzi cercavo di sfuggire questa realtà e ciò ha creato in me un senso di colpa tanto grande, da credere che con il mio modo di vivere avessi in qualche modo delle responsabilità riguardo alla sua malattia. Poi un triste giorno il Signore lo chiamò a sé, anche quel giorno io non ero lì, mi trovavo in Sicilia per cercare di allontanarmi dalla mia situazione di droga e questo fatto rafforzò in me il pensiero di essere in parte causa della sua morte. Tornato a casa tuttavia continuai a drogarmi fino a quando il Signore stesso mi si presentò innanzi, attraverso alcuni fratelli di questa comunità. Riconobbi allora la sua voce, riconobbi in loro e nella loro disponibilità il suo amore e decisi di iniziare a frequentare gli incontri di preghiera del sabato.
Pensavo di aver soffocato il mio senso di colpa ma questo era talmente forte che mi trascinava indietro a cercare quella cosa che alleviasse il mio dolore. Durante il periodo in cui frequentavo la comunità il Signore mi fece conoscere Emanuela e poi ci fece il dono del matrimonio ma questa gioia non durò molto. Tornai di nuovo alla droga.
Un giorno, facendo un controllo medico, mi è stata riscontrata la diagnosi dell'h.i.v. e questo ha fatto sì che facessi molte esperienze in ospedale. Quello che più mi pesava era il fatto che in un certo qual modo avessi coinvolto anche mia moglie. Non riuscivo a capire perché il Signore avesse permesso tutto questo, non solo a me, cosa che per molti forse avevo meritato, ma anche per i miei cari, sapete essere sieropositivo comporta una situazione di vita non delle migliori, una di queste è il fatto di non poter avere dei figli senza la sicurezza del contagio. Allora iniziammo quelli che si chiamano "i viaggi della speranza" in una struttura ospedaliera di Milano, ma ogni volta che ci recavamo lì c'era sempre qualche problema. Molte altre coppie come noi hanno il dono di avere dei bambini completamente sani. Questa situazione ha trasferito il senso di colpa che avevo nei confronti di mio padre in quella che era la situazione attuale. Dicevo tra me: "Signore, ma perché per i miei sbagli deve pagare un'altra persona, mia moglie?" Penso che per una donna non ci sia cosa più grande al mondo di avere in dono dei figli, questa sofferenza cercavo di soffocarla nella droga mentre i miei conflitti interiori crescevano.
Il mio rapporto con Emanuela andava deteriorandosi fino a giungere ad una sofferta decisione di separazione. Il Signore però sicuramente non era questo che voleva da noi, certo la reazione umana da parte di Emanuela era molto forte, ma nel profondo del suo cuore io credo che Gesù le abbia dato la forza di affrontare la realtà ed accettarmi per quello che ero.
Sicuramente non sono mancati i consigli di persone che volevano essere dei maestri di vita non della propria ma delle altrui vite. Gesù ha permesso che non ci separassimo anche se forse alcuni lo speravano. Vorrei comunque innanzitutto chiedere perdono a Dio ma so con certezza che Lui mi ha già per questo perdonato, mentre sento che con alcuni fratelli ancora c'è quell'atmosfera pesante che il proprio io ti mette sempre davanti, perciò vorrei ricevere il loro perdono in Gesù e se ho ferito qualcuno, essendo di certo io non capace di guarirlo, lo chiederò a Colui che ha versato il sangue per noi. Sicuramente se noi apriamo uno spiraglio della porta del nostro cuore Egli saprà come meglio sanare queste lacerazioni, infine vorrei ringraziare il Signore perché soprattutto nei momenti più bui della mia vita dove sembrava tutto finito Lui era lì con me e mi teneva per mano. A questo proposito vi chiedo di pregare per me affinché il Signore mi faccia percorrere sempre le sue vie.
Cari fratelli, ora vorrei pregarvi nel nome di Gesù di avvicinarvi verso quei fratelli che più sono provati dalla vita, lo so, questo a volte non è umanamente possibile perché forse ci fa vivere degli stati d'animo molto pesanti e la prima reazione è quella di stare distanti da ciò, ma se noi con tutta la nostra giusta ed umana paura accettiamo di essere vicini e soprattutto cerchiamo di far sentire loro quanto il Signore li ama, allora tutto ciò svanisce nel nulla e la grazia di Dio si poserà su di loro, ma soprattutto su di noi che forse a volte ci sentiamo giusti confrontando le nostre situazioni con quelle altrui.
Quindi finché non porteremo i pesi gli uni degli altri non saremo nulla agli occhi di Dio. Chiedo che su ciascuno di noi possa scendere copiosa la benedizione del Signore e lo ringrazio ancora, insieme a mia moglie Emanuela, per ognuno di voi, nessuno escluso.
Amen ! Alleluja !

Testimonianza di Francesco

Mi chiamo Francesco e ho 39 anni, sono affetto da sordità sin dalla nascita. Ho iniziato il periodo scolastico frequentando le elementari e le medie presso le scuole speciali di rieducazione per alunni sordi, lì mi trovavo a mio agio perché i miei compagni avevano il mio stesso problema. Poi il passaggio dalla scuola media alla scuola superiore con ragazzi privi di handicap, ha provocato in me un impatto emotivamente violento, si apriva un ambiente per me del tutto nuovo e ciò ha causato notevoli difficoltà nei rapporti umani soprattutto nel primo anno. Durante il quinquennio delle superiori è iniziato il mio "deserto spirituale" perché gli studi per altro molto duri e impegnativi, mi toglievano parecchio tempo libero e ciò ha fatto sì che progressivamente diradassi quei contatti umani che mi avevano accompagnato negli anni dell'infanzia e della mia adolescenza.
In questo periodo comunque partecipavo alla Santa Messa e ricevevo i sacramenti anche se vivevo questi momenti spirituali in maniera del tutto passiva, come se essi fossero semplici doveri.
Nel 1981 ottenni il diploma di geometra e due anni dopo il posto di lavoro. Con un po' di serenità nel cuore ho potuto gradualmente riprendere i contatti con i miei vecchi amici ma nel corso degli anni nonostante avessi fatto anche nuove amicizie continuavo a sentire in me una certa aridità interiore ed insoddisfazione per quella che era lo stato della mia vita; e fu proprio in quel momento, proprio in quel periodo, che senza rendermi pienamente conto, il Signore conoscendo i bisogni del mio cuore, stava tracciando per me un nuovo cammino, per andare incontro a Lui.
La prima chiamata iniziò nel 1990 quando un sacerdote, amico della mia famiglia, mi parlò di una comunità del Rinnovamento nello Spirito, di cui all'epoca non avevo praticamente nessuna conoscenza e del suo operato che era giunto ad una fase già molto avanzata e mi suggerì di provare ad andarvi.


Ventennale - S.E. Mons. Cesare Nosiglia


E fu così che iniziai a frequentare gli incontri di preghiera settimanali del sabato pomeriggio e subito ebbi un'impressione molto positiva verso quel nuovo modo di pregare a me del tutto sconosciuto. Mi ha colpito il fatto che da una impressione di curiosità iniziale è subentrato presto lo stupore nel vedere come fratelli e sorelle pregavano e lodavano spontaneamente Gesù Cristo e Lui manifestava la Sua viva presenza attraverso lo Spirito Santo, vero autore della nostra vita; lo stesso Spirito poi li riuniva in un solo corpo e un solo cuore, operando potentemente nella comunità.
Con il trascorrere del tempo lentamente il Signore stava cambiando la mia vita e stava riempiendo il mio cuore e finalmente cominciavo a sentire la Sua dolce presenza e la Sua tenerezza di padre che ha cura dei propri figli. Ciò mi stava aiutando finalmente a superare i grandi complessi psicologici legati alla mia sordità.
Dopo una serie di incontri di vita nuova nello Spirito, avvenne una seconda chiamata molto importante, l' 8 novembre 1992 ricevetti l'effusione dello Spirito Santo ed è lì che ho potuto sperimentare personalmente la potenza salvifica di Gesù attraverso l'azione del Suo Santo Spirito. Questa ha rafforzato in me la consapevolezza che Gesù è veramente il mio personale Signore e Salvatore, che senza di Lui non possiamo fare nulla e che solo a Lui spetta il primato nella scala dei nostri valori.
Voglio lodare e ringraziare il Signore per la generosa accoglienza e disponibilità dei fratelli e delle sorelle che mi hanno assistito nel corso di questi anni facendomi sentire sempre uno di loro. E' attraverso il loro amore che Gesù sta continuando la Sua opera in me. Al termine di questa testimonianza voglio ringraziare innanzi tutto il Signore, benedirlo per i carismi e i doni che attraverso lo Spirito mi ha donato per meglio servirlo. Svolgo nella mia comunità l'umile servizio della biblioteca, del sito Internet, della redazione del notiziario "Jasna Gora" insieme a quello di pregare per i sofferenti.
Sia benedetto e lodato il Suo Santissimo Nome per quello che ha fatto e quello che farà per me e per i fratelli della Comunità.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi!
Ha fatto germogliare i fiori dalle rocce!
Amen! Alleluja!

XVIII CONVEGNO COMUNITARIO - Frascati, 4-6 gennaio 2002

Nei giorni 4-6 gennaio 2002 la Comunità N.S. di Czestochowa si riuniva per il suo XVIII Convegno annuale, luogo Villa Campitelli a Frascati; tema del Convegno "Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; Come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Gv. 7,37-38); relatori Suor Chiara Miriam e Fratel Rino della Comunità delle Beatitudini di Rocca Antica.


Convegno Comunitario - Adorazione Eucaristica Notturna


Già nelle giornate precedenti al Convegno la Parola del Signore faceva breccia nei nostri cuori e le risposte alle nostre preghiere sembravano sempre più vicine. Come ad ogni appuntamento forte con il Signore non sono mancati imprevisti, malattie improvvise, contrattempi, ect.; comunque puntualmente i fratelli si ritrovavano il venerdì sera nella bellissima casa di Frascati. Sin dal primo momento di preghiera comunitaria, dalla Messa e soprattutto nell'Adorazione Eucaristica notturna, che come ogni anno si tiene dalle ore 22 fino alle 6 del mattino successivo, il Signore si faceva sentire fortemente tanto che i turni di adorazione erano stati riempiti dalla generosità di cuore dei fratelli. Sì, l'Adorazione notturna per noi è il segno della sottomissione alla volontà di Dio per tutta la durata del convegno, lo prepariamo sempre così piegando le nostre ginocchia e donandogli il sacrificio della lode nella prima notte. Poi le catechesi tenute da Suor Chiara Miriam la testimonianza e la profonda preghiera di Fratel Rino scendevano nei nostri cuori come balsamo soave. Il Signore in questo Convegno ha bussato forte al cuore della nostra comunità promettendoci una restaurazione della sua casa che sarebbe iniziata dal cuore di ciascun fratello, ci ha ricordato che è lui il principe della pace, il Vivente, il Re della nostra storia e che sarà Lui a ricostruire quello che le nostre infedeltà, il nostro peccato, la nostra poca fede avevano distrutto.
Durante queste giornate alcuni fratelli hanno ricevuto la preghiera di effusione dello Spirito, anche se a dire il vero l'effusione è stata donata alla comunità intera perché mai come in questo ritiro lo Spirito del Signore ha aleggiato fortemente nella tenda del Convegno. La preghiera di guarigione tenutasi davanti al Santissimo è stata profonda ed ha toccato le corde del nostro cuore. Cosa dire poi della serata di fraternità: stupenda! Con canti e rappresentazioni gioiose di giovani, bambini ed anziani. Tutti hanno potuto donare a cuore aperto ciò che era dentro di loro e nella loro voce. Grazie di cuore a tutti coloro che sono convenuti per condividere la gioia di essere chiamati, salvati, giustificati, mandati ma soprattutto amati.
Che questo momento di grazia resti a lungo nei nostri cuori ma soprattutto che la Parola di Dio donataci non resti un ricordo ma una promessa da attendere e promuovere con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze. Gesù è il Signore!


Convegno Comunitario - Invocazione dello Spirito Santo